Campiello del Remer
I Lion (o Leoni) s’erano trasferiti ad Acri nel Levante, ma allorché nel 1291 la città fu conquistata dai mussulmani, la famiglia ritornò a Venezia con grandi ricchezze. Tuttavia, dicono le cronache, prima di entrare in laguna e sbarcarle, il cauto Domenico volle avere assicurazione di essere ammesso al Maggior Consiglio (la Serrata doveva avvenire pochi anni dopo). Intorno al 1360 Vido Lion sposò Francesca Morosini, ma nella notte di nozze egli le ingiunse di togliergli le calze: al che la patrizia rispose sdegnata che «i Morosini non discalzano Lion». Ne seguì una lite e Francesca fu cacciata. Poco dopo, Vido si prese una compagna e Venezia, che non tollerava certe cose, escluse con decreto la sua discendenza dal patriziato, quindi dal Maggior Consiglio.
Questa famiglia diede uomini illustri a Venezia, ma un fatto grave gettò l’onta su di essa: Maffeo, avogador del Comune e poi savio di Terraferma, nel 1540, si lasciò corrompere dal console di Francia e rivelò i segreti della Repubblica. Scoperto, riuscì a fuggire ma fu bandito in perpetuo con una taglia di mille scudi sul suo capo; i suoi discendenti furono privati della nobiltà fino alla quarta generazione e infine il suo palazzo al campiello del Remer fu distrutto. Di esso rimane quanto s’è detto sopra. La famiglia si estinse nel secolo scorso.