Giustiniano Martinioni, storico d’arte secentesco, parla del Palazzo Giustinian Lolin, sul Canal Grande, in termini entusiastici e lo definisce «grande, maestoso, ricco per marmi e ornato di molte bellezze». Esso risale al terzo decennio del Seicento, allorché Giovanni Lolin decise di intraprenderne una radicale ristrutturazione del precedente edificio in stile gotico risalente al Trecento. L’architetto incaricato sembra sia stato un giovane Baldassarre Longhena (la critica pensa sia una delle sue prime opere), che operò mantenendo alcune caratteristiche del precedente edificio (ad esempio l’ampiezza delle monofore e della polifora) e rispettandone anche la planimetria. Il fronte, comunque, si presenta con un ricco bugnato al piano terreno a incorniciare le finestre rettangolari e il semplice portale d’acqua, due serliane al centro del primo e secondo piano nobile, ai lati delle quali sono disposte due coppie di monofore chiuse da archi a tutto sesto. Ingentiliscono il prospetto le teste marmoree in chiave d’arco e i balconi con balaustra, i capitelli e, particolare raro, il motivo che finge le tende a festoni al di sopra dell’ordine corinzio; non sono più presenti, invece, due grandi stemmi a livello del secondo piano nobile inseriti negli spazi tra le due monofore laterali, che si possono vedere in rappresentazioni settecentesche e che vennero asportati dopo la caduta della Repubblica. Conclude la facciata il mezzanino sottotetto, la dentellata cornice di gronda e, sul tetto, i due obelischi. L'edificio, che si articola attorno ad una bella corte con vera da pozzo, dispone di ambienti di diversa ampiezza al piano terra e di un vasto salone al piano nobile con sale attigue e comunicanti (la tipica struttura del palazzo veneziano).
Il palazzo, oltre che dei Giustinian Lolin (Giovanni Lolin quando, nel giugno del 1623, legò il palazzo al nipote Giovanni Giustinian pretese che questi aggiungesse al proprio cognome quello dei Lolin), è stato residenza del famoso medico collezionista di libri, stampe e dipinti Francesco Aglietti nei primi decenni dell’Ottocento, della danzatrice Maria Taglioni, della duchessa Maria Luisa di Parma e, infine, di Ugo e Olga Levi. Ugo Levi, che discendeva da una ricca famiglia veneziana particolarmente attiva nel corso dell’Ottocento, con la moglie Olga, aveva fatto della sua casa sul Canal Grande un luogo di colte conversazioni e di raffinati concerti e qui raccolse, durante tutta la vita, documenti musicali, tra spartiti e testi, manoscritti a stampa, fino a tenere una formidabile biblioteca specializzata. Palazzo Giustinian Lolin è oggi sede della Fondazione intitolata ai loro nomi e ospita mostre, congressi, conferenze, seminari, concerti. Per agevolare le attività inerenti, un’ala del palazzo è stata radicalmente restaurata, per dar luogo ad una modernissima e funzionale foresteria.