Palazzo Barbarigo
Pare che ai Barbarigo, originari istriani, appartenesse certo Arrigo che nell’880 sconfisse in battaglia odiati pirati saraceni, tornando in patria con le barbe tagliate ai nemici: da qui il nome e lo stemma che raffigura, appunto, sei lunghe barbe poste su due diagonali. Comunque sia, la famiglia fu una delle più antiche e importanti di Venezia, tanto da poter annoverare tra i suoi membri molti vescovi, cardinali e patriarchi. Tra questi anche quel San Gregorio Barbarigo, nato proprio tra queste mura nel 1625, battezzato nella vicina chiesa di Santa Maria del Giglio, morto nel 1697, beatificato nel 1761 e santificato nel 1960 sotto il pontificato di Giovanni XXIII, già patriarca di Venezia. Una lapide in facciata, a livello del mezzanino, ricorda quest’uomo mite nello spirito, gracile nel fisico, che dedicò tutte le sue energie all’azione pastorale metodica e profonda e alla catechesi di giovani e adulti: il suo corpo riposa nella cattedrale di Padova, città della quale fu vescovo. La famiglia si estinse nel 1804 con la morte della brillante e salottiera Contarina Barbarigo e il palazzo passò in eredità alla famiglia di Marcantonio Michiel. Dopo varie vicissitudini, nel 1896, passò a Antonio Donà delle Rose che ne mise all’incanto tutti gli arredi.