Basilica di San Marco
Si diceva allora che il santo avesse predicato la fede in laguna poi, passato ad Alessandria d’Egitto, vi avesse subito il martirio, e fosse stato imbalsamato e custodito dai cristiani di quella comunità. E là, sette secoli dopo, i due astuti e coraggiosi mercanti riuscirono a corrompere i custodi della tomba e a farsi consegnare l’ambita reliquia. Quindi collocarono il corpo in una cassa ben protetta da uno strato d’erbe che ricoprirono di carni suine. I mussulmani, per non contaminarsi al tocco di quella carne ritenuta impura dalla loro religione, lasciarono trasferire il carico sulla nave che veleggiò in gran fretta verso Venezia.
Il corpo del santo fu accolto solennemente dal doge Giustiniano Partecipazio (827-829) il quale si guardò bene dal consegnarlo al patriarca di Aquileia, ma lo nascose gelosamente facendolo seppellire in luogo segreto affinché non fosse rapito.
Con il possesso di tale reliquia, Venezia poteva così affrancarsi dai pericolosi legami con Aquileia, riconoscendo nell’evangelista il fondatore della sua chiesa, e affiancando il bizantino santo patrono Teodoro quale protettore della Repubblica.
La sepoltura del corpo di San Marco era avvenuta in tale segretezza, che per tre secoli se ne perdettero le tracce fino a che nel 1091 una lastra si spezzò rivelandone il luogo. A testimonianza di questo fatto, ritenuto un miracolo, fu posto un riquadro di marmo e mosaici, illuminato da una lampada perenne, che ancora oggi sta sul pilone laterale sinistro dell’altare. Poi ancora una volta si perdette memoria della nuova sepoltura segreta, ritrovata per caso solo nel 1811, durante lavori nella cripta.
La Basilica, iniziata subito nell’829 presso una precedente chiesetta dedicata a San Teodoro, a ridosso del primitivo Castello dogale, divenne cura costante di tutta la popolazione. Come avvenne per il Palazzo Ducale, il fuoco non la risparmiò da alcuni disastrosi episodi incendiari; tuttavia essa fu restaurata e ampliata con sempre maggiore ricchezza e splendore, fino a divenire quel capolavoro di arte bizantina alimentata dalla grazia e dalla magnificenza veneziane che tutto il mondo ammira.
La sua ampiezza definitiva, con pianta a croce greca e cinque cupole, le fu data fin dai tempi del doge Domenico Contarini (1043-1471), ma essa fu soprattutto il risultato di un amoroso lavoro corale: ogni mercante, ogni comandante di nave - da guerra o da carico - al ritorno dai viaggi nel Levante, portò in patria le cose più belle trovate nelle varie città orientali per abbellirla: per tale ragione si vedono rivestimenti, marmi, colonne, placche, statue, sculture, capitelli, mosaici, provenienti dai più disparati paesi e lavorati negli stili più diversi: arabo, persiano, turco, bizantino, dalmata.
Tra gli esempi più insigni basta citare i quattro meravigliosi cavalli della loggia, le due colonne quadrangolari portate da Acri nel 1256, nella fiancata della Porta d’Oro e, nella stessa parte, i quattro guerrieri (i Tetrarchi) in porfido rosso, di arte egizia o siriaca del IV secolo.
Il vanto maggiore della Basilica sono tuttavia gli splendidi mosaici su fondo oro che rivestono parte della facciata e l’interno per una superficie di circa 4.240 metri quadri. Essi sono il risultato di un’opera indefessa di abilissime maestranze, iniziata nell’XI secolo e proseguita fino al Seicento; anche se la maggior parte risale al XII-XIII secolo.
Basilica di San Marco: http://www.basilicasanmarco.it