Scuola dei Morti
A tale Congregazione, nel 1624, fu accordato il permesso di tenere le adunanze e di celebrare le funzioni in una propria cappella (il decreto fu ufficializzato dal Senato nel 1659).
A spese della famiglia Savorgnan fu costruita la sede della Scuola, andata poi distrutta, come già detto, durante un bombardamento austriaco nel 1849 ed oggi, dopo un'integrale ricostruzione, adibita a patronato della parrocchia di San Geremia.
All'atto dell'iscrizione alla Scuola, vietata ai minori di diciotto anni, ognuno versava sei lire che servivano per comprare il candelotto con cui accompagnare in funerale i defunti e per far celebrare le messe per le anime del Purgatorio.
Gli associati godevano dell'indulgenza plenaria, concessa da Clemente VIII, di otto giorni di indulgenza se partecipavano a tutti gli offici dei morti, di cento giorni se il lunedì ed il venerdì recitavano il de profundis per le anime del Purgatorio. Avevano nel contempo molti obblighi e regole da osservare, quali confessarsi una volta al mese e comunicarsi quattro volte all'anno nella chiesa di San Geremia, recitare le orazioni prestabilite ogni sera al tocco dell'Ave dei Morti, versare ogni mese quattro soldi e pagare due lire di multa se non partecipavano ai funerali e non mandavano nessun altro, vestito con il proprio abito. L'abito era di tela bianca sottile con maniche larghe, un cordone nero, una mozzetta nera sopra ambo le spalle ed un cappello nero con ala bassa e il sottogola; attaccato alla mozzetta della spalla sinistra andava portato il simbolo: l'immagine di Maria con il figlio in seno e sotto una fanciulla inginocchiata che versa acqua da un vaso sopra le anime del purgatorio e la scritta: Confraternitatis S. Mariae suffragij sncti hieremiae