Palazzo Da Lezze
Nel XV secolo, quando lo sfortunato ed eroico Antonio Da Lezze ritornò a Venezia, costretto ad abbandonare Scutari di cui era stato governatore, fu imprigionato, accusato di tradimento e bandito per dieci anni. Né giocò a suo favore il fatto che, data la immensa superiorità numerica delle truppe turche, il solo pensiero di successo sarebbe stato una pazzia, e nemmeno che egli si fosse valorosamente battuto coi suoi. Gli assalti nemici erano stati condotti con tale ferocia, che un gatto salito incautamente sui tetti fu immediatamente trafitto da una decina di dardi, e le frecce cadute in città erano state tante da permettere agli assediati di alimentare il fuoco delle cucine... Ma Venezia non ammetteva disfatta ed egli dovette condividere la melanconica sorte dei comandanti veneziani sconfitti.
Fra i numerosi generali e magistrati che diedero lustro alla famiglia Da Lezze, venuta a Venezia, a quanto si dice, da Lecce in Puglia nel 973, non mancano i personaggi ameni, come quel Silvestro che con altri giovani nobili in cerca di passatempi, s’era recato nella chiesa di San Giovanni Crisostomo a sfilar fazzoletti dalle tasche delle ragazze accorse colà per le indulgenze: la Repubblica, che non tollerava tali leggerezze e le frenava con mano pesante, gli appioppò sei mesi di carcere e due anni di bando dalla città.